INTRODUZIONE

Il Venerdì Santo ad Orte offre senza dubbio una delle più suggestive rievocazioni della Passione di Cristo di tutta Italia; una manifestazione di devozione dei fedeli di grande bellezza e struggimento.
Si tratta della processione del Cristo Morto che è probabilmente l'evento religioso più atteso di tutto l'anno dagli ortani e da chi ama Orte.
Essa è la più antica in Italia e, nonostante dei piccoli aggiustamenti, dagli inizi del 1200 non ha mai cambiato la sua forma originaria: un corteo mesto e devoto che accompagna Cristo alla sua sepoltura. A portare avanti questa tradizione sono le Confraternite Riunite di Orte, fra le quali spicca la Confraternita di Santa Croce che nel 2009 ha compiuto 850 anni, risultando la più longeva d'Italia.
La processione non è folclore o spettacolo, ma solo fede e preghiera. Tutta la città è al buio, solo la luce delle fiaccole illumina il passaggio dei confratelli. Il silenzio è rotto dallo strascico delle pesanti catene legate ai piedi scalzi dei cirenei, curvi sotto il peso di una pesante croce, ad espiazione così dei loro peccati.
Lo storico ortano Delfo Gioacchini (1918 - 1999), nel definire l'antichità e l'esatta conservazione dei rituali della processione del Cristo Morto di Orte, dice: "Se per un ipotesi impossibile tornassero a noi gli ortani del '200 o dei secoli successivi, certamente stenterebbero a riconoscere la struttura della città in cui vissero, tante sono state le modifiche che essa ha avuto. Ma certamente rivedrebbero con profonda commozione la processione alla quale essi stessi parteciparono, così come essi la vissero".
Il Gioacchini ci fa comprendere come la processione dal XIII secolo ad oggi è giunta a noi integra, pur con i necessari aggiustamenti, ed è sempre rimasta un corteo funebre, mesto e devoto, che accompagna Cristo alla sepoltura in attesa della Sua resurrezione.
Tra gli aggiustamenti fatti nel corso dei secoli il più importante risale al 1627.

Fu il Vescovo Fabbrani a determinare ciò che ancora oggi noi vediamo. Non che egli la volesse così, anzi … ma fu la sua rigidezza teologica a determinare questo risultato. Infatti, fino ai tempi del Fabbrani, i fratelli incappucciati di Santa Croce, con la pietosa partecipazione delle altre compagnie, portavano devotamente sulle spalle solo l’immagine del Cristo deposto nel feretro.
Il Fabbrani rilevò che questo non aveva fondamento alcuno nella Sacra Scrittura, dove non si parla nè di bara nè di trasporto, ma solamente di Cristo che morì e fu sepolto. Il Vescovo allora stabilì di portare in processione l'immagine della Madonna Addolorata. Gli ortani accolsero con devozione l'Addolorata, ma non seppero darsi pace di dover rinunciare alla processione come era stata loro tramandata.
Fu così che dopo la morte del Fabbrani, la processione del Venerdì Santo, con una bellissima bara nuova, riprese più solenne e toccante di prima, con la presenza della Vergine che accompagna vestita a lutto il mesto corteo. Non c'è dubbio dunque che la bara che ancor oggi noi ammiriamo, sia legata a questa circostanza. Lo svolgimento della processione segue regole rituali, fissate dalla tradizione, che devono essere rigorosamente rispettate.

- Testo e foto tratti dal web.